La sinistra italiana...

. mercoledì 6 maggio 2009

Prendo spunto dal numero di questa settimana di Internazionale...


Dov'é la sinistra italaiana e soprattutto cosa sta facendo?
In un panorama politico in cui di fatto manca l'opposizione e in prossimità dell'appuntamento elettorale per le europee la nostra sinistra litiga e si divide...
Capisco che alcune posizioni possano essere discordanti ma la soluzione non può esserela frammentazione del movimento soprattutto in previsione di una riforma elettorale che è più che necessaria ma che porterà inevitabilmente ad un rafforzamento del bipolarismo cancallando o riducendo al minimo la visibilità e le ambizioni politiche dei partiti minori. La riforma probabilmente verrà fatta e pure in tempi brevi viste che le mire presidenzialiste del nostro premier. Tali progetti del cavaliere impongono una revisione dell'attuale assetto costituzionale e la necessità di arrivare all'elezione del prossimo presidente della repubblica con una maggioranza alle camere come quella attuale se non maggiore il che impone una certa rapidità nei lavori parlamentari per riuscire a presentarsi alle urne con quel 75% di consensi che Berlusconi sbandiera in questi giorni (ovviamente elezioni anticipate se la tendenza dei messaggi daranno un calo del consenso del cavaliere).

Ma torniamo alla sinistra... il dialogo, la democraticità di un movimento, il confronto non sono i cavalli di battaglia storici del socialismo italiano? E allora tali concetti racchiudono in se una attitudine alla discussione e non all'imposizione di dictat del tipo "o così o io non ci stò!", un democratico deve lottare per affermare le sue idee ma deve allo stesso tempo accettare il fatto che possano non essere condivise da altri i quali hanno lo stesso diritto di esporre le loro.

Il mio dissenso ed il mio sentore di non essere rappresentato nasce dalla considerazione che i nostri leader di sinistra senza accorgersene si stanno comportando come Silvio che impone il suo volere ai compagni di partito senza che questo sia frutto di una discussione interna del partito che le trasformi da idee di uno in idee del movimento. La nostra sinistra non capisce che questo modo di agire può funzionare se si è a capo di un partito-uomo costruito attorno ad un leader e sostenuto con la forza dei media a prescindere dai contenuti ma con l'autorevolezza dovuta al fatto che chi sta con lui "governa" e chi è fuori resta con il "culo a terra"... non serve dialogo, non serve confronto: Lui dice (tanto poi in caso smentisce e gli organi di informazione di massa penseranno poi a far dimenticare le versioni precedenti) gli altri volenti o nolenti si accodano... ma la sinitra può farlo? Come riuscirà a far passare i propri messaggi? Come può passare per democratica se non è in grado di sostenere un dibattito interno che per quanto duro resta interno e che dovrebbe essere la forza trainante del movimento. Un confronto interno che dovrebbe riuscire a trasmettere forza, convinzione e coesione... quella coesione che solo l'accettazione della democraticità del sistema interno del movimento può fornire e che porta ad accettare linee leggermente diverse dalle proprie opinioni personali ma che probabilmente sono più condivise.

Il progetto "sinistra Arcobaleno" a mio modo di vedere non era sbagliato ma probabilmente messo in piedi troppo in fretta e con un leader di facciata (grande Fausto!) che seppur dotato di carisma non aveva realisticamente alcuna seria ambizione... ma l'idea era buona: uniamo le forze e sfruttiamo il malcontento e i mezzi di comunicazione che possiamo ancora utilizzare per creare un consapevolezza e un senso di appartenenza che tra i tanti elettori di sinistra ormai si è perso.
Il 25 aprile, il primo maggio... sono feste del popolo e si basano su ideali condivisi da giovani e non, sfruttiamo le reti di tutti quei movimenti vicini ma distinti (purtroppo) che hanno il reale contatto con il territorio: organizzazioni di volontariato, centri sociali, organizzazioni No-Profit, associazione dei consumatori, ecologisti...

il messaggio deve partire dal basso non possiamo perdere il contatto con il territorio perche non ci sono a disposizione parabole per far cadere spot a pioggia.
Il messaggio deve essere unico e sinergico mi sono rotto i coglioni di non sapere per chi votare, di dover costruirmi una complicata tabella mentale con 4 o 5 simboli e di cercare per ciascuno di essi le piccole sfumature che lo distingue dagli altri.
Voglio un simbolo unico della sinistra, voglio una banmdiera per la quale far propaganda.
Voglio un Leader (una faccia nuova possibilmente) preparato e democratico che mi rappresenti.
Voglio sentirmi parte di un movimento con cui potrò pure essere critico ma che non per questo mollerò per un'incomprensione!
Voglio un'assemblea con cui parlare, confrontarmi e magari pure litigare ma senza che la soluzione ai problemi sia la scissione!
Temo per il mio futuro da elettore...
temo di dover rassegnarmi a votare per il Partito Democratico!

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