DESERTO

. lunedì 5 aprile 2010
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Quando la notte senza dignità
fa del mio cuore un sogno discosto,
voi, o Custodi, in assurde assenze
di spazi trasvolate, ma non senza
aver fatto intorno a voi un fosco
nudo deserto: dove resto solo.

Gruppi di statue, interni, sequenze
di volti, sono sparsi su quel suolo
d'oltretomba; e quei vestigi elisii
incutono nel reo che li visita
equivoci terrori, dolci deroghe.
Libero io percorro quel museo.

Con la mia innocenza placo i visi
seri dei Guardiani, e, vergine Orfeo,
rido e mi atterrisco da fanciullo.
Ecco nel cuoremdel deserto il brullo
marmo della latrina che vedevo
farsi tempietto nei miei vecchi sogni.

Vi entravo: ed era un greve gorgo azzurro
nel petto ingenuo, la vinta vergogna...
Non ero solo, morivo d'abbandono...
Uno si volse... sento ancora il tuono
della pistola, il tanfo della fogna.
La latrina fu un tempio, aperto ai vostri

sguardi: che non erano sguardi di perdono.