IL RE PESCATORE

. lunedì 27 aprile 2009
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A volte tornano ricordi che credevo dimenticati, è incredibile come la memoria immagazzini informazioni e le cataloghi e immagazzini talmente bene da nasconderle alla coscienza per tantissimo tempo e poi, di colpo ecco che ricompaiono.
…e sì, a volte mi basta lo stimolo giusto per far ricomparire pensieri che si credono dimenticati ma forse è solo perché non li si vanno a cercare. Incredibile quante cose riemergono: sensazioni, immagini, profumi un intero mondo e modi di vivere ormai lontani ma che comunque fanno parte di un vissuto che è comunque parte di me e che mi ha fatto divenire quello che sono e quello che in futuro diventerò.
Così una musica, una persona cara ritrovata un po’ per caso, un testo riporta alla luce un intero mondo riposto in un cassetto di chissà quale armadio della mente.

Per una serie di motivi mi ritrovo in questi giorni a fare il pendolare tra Verona e Milano…per cui treno (da cui scrivo ora), metro e camminata con gli studenti del politecnico… quanti ricordi affiorano: ascolto i discorsi dei miei compagni di viaggio e ritrovo la mia stessa (ormai passata) ansia da esame, l’appello spostato, i commenti su quel “bastardissimo professore”…
Riscopro una poesia e ricordi che si trascina dietro: come una finestra su una parte di vita importante e andata con tutti i suoi affetti e le storie vissute analizzandole con la consapevolezza attuale probabilmente avrei agito diversamente ma è anche vero che forse non mi troverei ora a riviverle con quella strana espressione da ebete che penso di avere sul volto in questo momento…
Mi ritrovo spesso a “mitizzare” le esperienze passate… chi mi conosce sa quanto mi venga bene raccontare aneddoti andati della mia vita da adolescente in un quartiere non facile o del periodo universitario piuttosto che mille altri episodi anche all’apparenza insignificanti ma in cui colgo lampi di “genialità”… forse è lo stesso motivo per cui ho cominciato a tenere questo blog.
Per alcuni (forse per quelli che mi conoscono meglio) sono il “re pescatore”, questo nome nasce dalla quotidianità di una convivenza e da una vecchia puntata dei Simpson in cui Homer si ritrova a fare il pescatore millantando racconti di catture mitiche, di prede incredibilmente grandi e tenaci. Mi rendo conto che a volte “coloro” i ricordi ma senza mai stravolgerne il senso o il significato solo per trasmettere l’intensità di sensazioni che hanno generato in me e che un freddo racconto dei fatti “nudi e crudi” non potrebbe trasmettere… non sono inesattezze ma solo il tentativo di comunicare una sensazione precisa, di trasmettere emozioni che ho provato e che sono il vero messaggio del mio racconto penso si possa parlare di “licenza poetica”… d'altronde come trasmettere una sensazione forte di un ricordo che sbiadisce (se non addirittura in bianco e nero) senza metterci un po’ di colore?
Credo sia colpa del mio SPLEEN il fatto che mi ritrovi spesso ad usare come trampolino gli appigli mnemonici, che per qualche motivo scopro o riscopro, per provare a ricostruire il quadro complessivo da cui provengono, mi sento come l’archeologo che da un piccolo frammento di pietra, riemerso chissà dove e per quale motivo, spera di poter ricostruire un’intera casa, magari una città o (perché no?) un’intera civiltà dimenticata.
L’ analisi del passato è in fondo una chiave di lettura fondamentale per la comprensione del futuro (sia che si riferisca a noi stessi che ad un’itera società) ed è forse per questo che lo faccio, per provare a capire me stesso unica vera condizione esistenziale per riuscire a relazionarmi serenamente con chi mi circonda.
Mi viene in mente ora (vedete com’è facile?) una cosa che avevo letto e una bella citazione che avevo sul muro della mia vecchia camera a casa dei miei: nella cultura moderna è comune pensare al futuro come qualcosa che deve venire e verso cui ci stiamo dirigendo e siamo quindi abituati a visualizzarlo come qualcosa che ci sta davanti… gli antichi greci avevano una visione diversa relativa più che altro al modo in cui ci si avvicina ad esso non andandogli incontro a viso aperto ma di spalle:


<< ... Come sia il futuro che arriva alle mie spalle non lo so,
ma il passato DAVANTI A ME domina tutto a perdita d’occhio! ... >>
Robert.M.Pirsig “Lo zen e l’arte della manutenzione della Motocicletta”


Mi stupiscono e mi affascinano questi meccanismi mnemonici!
SINAPSI: credo sia il meccanismo biologico in questione.
Sinapsi: che parola strana con un suono difficile, allo stesso tempo misterioso (quasi ostile) ma suadente. Strano l’effetto che mi suscitano molti di questi termini scientifico-tecnici, la mia formazione accademica mi fa comprendere come tali meccanismi avvengono: una serie di interazioni chimico-fisiche che generano impulsi elettrici in grado di stimolarne altre simili, un meccanismo complesso e “matematico” ma dove cazzo sono i colori e le emozioni?… come si generano? Cosa sono? Come posso chimicamente immagazzinare il ricordo così nitido ed emotivamente unico di un profumo, l’emozione di un incontro, l’eccitazione per un bacio rubato? La mia chimica è uguale a quella di tutti gli altri ma allora perché siamo diversi… e soprattutto qual è la molecola della “serenità”?
Scusate ho divagato ma forse sono solo le seghe mentali di un pescatore con l’attitudine al pensare al come e al perché e che si trova a barcamenarsi quotidianamente con l’analisi dei fatti rigorosa dovuta alla sua formazione accademico-professionele e la sua indole da umanista.
…e sapete cosa penso… le due visioni non sono poi così diverse!

25 aprile

. sabato 25 aprile 2009
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Regalo da un'amica...

. martedì 21 aprile 2009
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VOYELLES

VOCALI

A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu; voyelles,
Je dirai quelque jour vos naissances latentes:
A, noir corset velu des mouches éclatantes
Qui bombinent autour des puanteurs cruelles,


A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre origini segrete:
A, nero corsetto villoso delle mosche lucenti
Che ronzano intorno a fetori crudeli,


Golfes d'ombre; E, candeurs des vapeurs et des tentes,
Lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d'ombelles;
I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles
Dans la colère ou les ivresses pénitentes;


Golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende,
Lance di fieri ghiacciai, re bianchi, brividi di umbelle;
I, porpore, sangue sputato, riso di belle labbra
Nella collera o nelle ebbrezza penitenti;


U, cycles, vibrements divins des mers virides,
Paix des pâtis semés d'animaux, paix des rides
Que l'alchimie imprime aux grands fronts studieux;


U, cicli, vibrazioni divine di mari verdi,
Pace dei pascoli seminati di animali, pace delle rughe
Che l'alchimia scava nelle ampie fronti studiose.


O, supreme Clairion plein des strideurs étranges,
Silences traversés des Mondes et des Anges;
-O l'Oméga, rayon violet de Ses Yeux!


O, Tuba suprema piena di stridori strani,
Silenzi attraversati dai Mondi e dagli Angeli:
- O l'Omega, raggio violetto dei Suoi Occhi!


Arthur Rimbaud

POLEMICHE E RICOSTRUZIONE

. martedì 14 aprile 2009
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In Abruzzo qualche centinaio di morti, e decine di migliaia di senzatetto.
In Parlamento il solito accordo bipartisan:
''questo non è il momento delle polemiche''.
Certo, sarebbe assurdo parlare di norme antisismiche dopo un sisma.
Parliamo di norme antiforfora.

Questo non è il momento di parlare di speculazione edilizia, incuria, ecomafia, corruzione, per riflettere su quanto sia appropriata la definizione "condono tombale".
È il momento di dare al governo la possibilità di sfruttare la tragedia come ennesimo spot "sociale" per le elezioni europee. Qualcosa tipo la topona sdraiata sulla monnezza che ringrazia il governo di avere "ripulito Napoli", ma più in grande, e a reti semi-unificate.
Questo non è il momento di dare la colpa ai colpevoli, di attribuire le responsabilità ai responsabili.È il momento di intervistare gli esperti, e domandargli basiti e increduli come sia possibile aspettarsi un terremoto in un paese che da sempre trema come un parkinsoniano all’ultimo stadio. Ci faranno una puntata di Voyager: com’è possibile aspettarsi un sisma in zona sismica?..
Questo non è il momento di chiedere conto a chi costruisce palazzi con lo zucchero a velo al posto del cemento, sarebbe indelicato verso chi sotto le macerie di quei palazzi c’è morto.
Il loro ultimo desiderio è stato di certo un accordo bipartisan in Parlamento che evitasse le polemiche.
Questo è il momento di ravanare tra le macerie delle vite altrui, a caccia di reperti strappalacrime da esibire alle telecamere. Questo è il momento di pregustare il business per la ricostruzione, condito dalla deregulation del nuovo piano casa.
Non è questo il momento di polemizzare, lo dicono i saggi, lo dicono i politici, lo ripetono i media, ed è una posizione che può essere condivisa. Ma mentre noi non polemizziamo, intanto, qualcuno lavora e pone le condizioni per una circolazione dei valori attraverso i quali leggere, interpretare e dimenticare gli eventi che accadono:

“quella che si definisce memoria collettiva non è affatto il risultato di un ricordo ma di un patto, per cui ci si accorda su ciò che è importante e su come sono andate le cose, utilizzando le fotografie per fissare gli eventi nella nostra mente. Le ideologie creano archivi di immagini probatorie e rappresentative che incapsulano idee condivise, innescano pensieri e sentimenti facilmente prevedibili”.

Susan Sontag, "Davanti al dolore degli altri"

fonti: http://www.indicius.it/disclaimer.htm

IO SE FOSSI DIO

. sabato 11 aprile 2009
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Giorgio Gaber
IO SE FOSSI DIO

Io se fossi Dio...
e io potrei anche esserlo,
sennò non vedo chi!

Io se fossi Dio,
non mi farei fregare dai modi furbetti della gente,
non sarei mica un dilettante,
Sarei sempre presente!
Sarei davvero in ogni luogo a spiare o meglio ancora a criticare appunto cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghesecom'è noioso,
non commette mai peccati grossi,
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino,
è troppo misero e meschinoe
pur sapendo che Dio è più esatto di una sveglia
pensa che l'errore piccolino non lo conti o non lo veda.
Per questoio se fossi Dio,
preferirei il secolo passato,
se fossi Dio
rimpiangerei il furore antico,
dove si odiava, e poi si amava,
e si ammazzava il nemico!

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli,
sono troppo invischiatonei vostri sfaceli...
Io se fossi Dio,
non sarei così coglionea credere solo ai palpiti del cuore
o solo agli alambicchi della ragione.
Io se fossi Dio,
sarei sicuramente molto interoe molto distaccato
come dovreste essere Voi!
Io se fossi Dio,
non sarei mica stato a risparmiare,
avrei fatto un uomo migliore.
Si vabbè lo ammettonon mi è venuto tanto bene,
ed è per questo,
per predicare il giusto,
che io ogni tanto mando giù qualcuno,
ma poi alla gente piace interpretaree fa ancora più casino!
Io se fossi Dio,
non avrei fatto gli errori di mio figlio,
e sull'amore e sulla caritàmi sarei spiegato un po' meglio.
Infatti non è mica normale che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India,
c'ha tanto amore di riservache neanche se lo sogna,
che viene da dire: "Ma dopo come fa a essere così carogna?"
Io se fossi Dio,
non sarei ridotto come Voi e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante.
Purtroppo l'occasionedi morire simpaticamentenon capita sempre,
e anche l'avventuriero più spinto muore dove gli può capitare e neanche tanto convinto.
Io se fossi Dio,
farei quello che voglio,
non sarei certo permissivo,
bastonerei mio figlio,
sarei severo e giusto,
stramaledirei gli Inglesi come mi fu chiesto,
e se potessianche gli africanisti e l'Asiae poi gli Americani e i Russi;
bastonerei la militanza come la misticanza
e prenderei a schiaffii volteriani, i ladri,gli stupidi e i bigotti:
perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio appiccicano al muro tutti!

Ma io non sono ancoranel regno dei cieli,
sono troppo invischiatonei vostri sfaceli...

Finora abbiamo scherzato!
Ma va a finire che uno prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori tutto quello che gli sembra giusto.

E a te ragazzache mi dici che non è vero che il piccolo borgheseè solo un po' coglione,
che quel uomo è proprio un delinquente,
un mascalzone, un porco in tutti i sensi,
una canagliae che ha tentato pure di violentare sua figlia!
Io come Dio inventato,
come Dio fittizio,
prendo coraggioe sparo il mio giudizio e dico:
"Speriamo che a tuo padregli sparino nel culo cara figlia!".
Così per i giornali diventa un bravo padre di famiglia.
Io se fossi Dio,
maledirei davvero i giornalisti
e specialmente tutti,
che certamente non son brave personee dove cogli, cogli sempre bene.
Compagni giornalisti
avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete,
avete ancora la libertà di pensare
ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere,e di fotografare
immagini geniali e interessanti,
di presidenti solidali e di mamme piangenti.
E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi,
voi che vi buttatesenza tremare un momento:
cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti,
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima in primo piano.
Sì vabbè lo ammettola scomparsa dei fogli e della stampa
sarebbe forse una follia,
ma io se fossi Dio,
di fronte a tanta deficienza non avrei certo la superstizione della democrazia!
Ma io non sono ancora del regno dei cieli,
sono troppo invischiatonei vostri sfaceli...

Io se fossi Dio,
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente,
nel regno dei cieli non vorrei ministrie gente di partito tra le "balle",
perché la politica è schifosae fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco,
che poi è un gioco di forza,
è ributtante e contagioso come la lebbra e il tifo,
e tutti quelli che fanno questo gioco,
c'hanno certe facceche a vederle fanno schifo,
che sian untuosi democristianio grigi compagni del P.C.
Son nati proprio brutti o perlomeno tutti finiscono così.
Io se fossi Dio,
dall'alto del mio trono vedrei che la politica è un mestiere come un altro
e vorrei dire, mi pare a Platone,
che il politico è sempre meno filosofo e sempre più coglione!:
è un uomo tutto tondo
che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo,
che scivola sulle parole anche quando non sembra o non lo vuole.
Compagno radicale,
la parola compagno non so chi te l’ha data,
ma in fondo ti sta bene,tanto ormai è squalificata,
compagno radicale,
cavalcatore di ogni tigre,
uomo furbino ti muovi proprio bene in questo gran casinoe
mentre da una parte si spara un po' a casaccio
e dall'altra si riempiono le galeredi gente che non centra un cazzo!
Compagno radicale,
tu occupati pure di diritti civili e di idiozia che fa democraziae
preparaci pure un altro referendum questa volta per sapere dov'è che i cani devono pisciare!
Compagni socialisti,
ma sì anche voi insinuanti, astuti e tondi,
compagni socialisti,
con le vostre spensierate alleanze di destra, di sinistra, di centro,
coi vostri uomini aggiornati,nuovi di fuori e vecchi di dentro,
compagni socialisti
fatevi avantiche questo è l'anno del garofano rosso e dei soli nascenti,
fatevi avanti col mito del progresso e con la vostra schifosa ambiguità!
Ringraziate la dilagante imbecillità!

Ma io non sono ancora nel regno dei cieli,
sono troppo invischiatonei vostri sfaceli...
Io se fossi Dio,
non avrei proprio più pazienza,
inventerei di nuovo una morale
e farei suonare le trombeper il Giudizio universale.
Voi mi direte perché è così parziale il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe per gli attentati, i rapimenti,i giovani drogati e per le bombe?
Perché non è comparsa ancora l'altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia,
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili,
ma come uomo come sono e fui ho parlato di noi,
comuni mortali, quegli altri non li capisco,mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamenteche
dalle masse sono riusciti ad ottenerelo stupido pietismo per il carabiniere,
di loro posso dire solamenteche mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento,
cioè solo l'immagine del grande smarrimento.
Però se fossi Dio sarei anche invulnerabile e perfetto,
allora non avrei paura affatto,
così potrei gridare,
e griderei senza ritegno che è una porcheria,
che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia!
Ecco la differenza che c'è tra noi e gli innominabili:
di noi posso parlare perché so chi siamo
e forse facciamo più schifo che spavento,
ma di fronte al terrorismo o a chi si uccide c'è solo lo sgomento.
Ma io se fossi Dio,
non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politicanti sarei severo come all'inizio,
perché a Dio i martiri non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.
E se al mio Dio che ancora si accalora,
gli fa rabbia chi spara,
gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista,
diventa l'unico statista.

Io se fossi Dio,
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio,
c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia Cristiana
è il responsabile maggiore di vent'anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio,
un Dio incosciente enormemente saggio,
avrei anche il coraggio di andare dritto in galera,
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era!
Ma in fondo tutto questo è stupido
perché logicamenteio se fossi Dio,
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio,
non mi interesserei di odio o di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l'unica vendetta
è l'unico perdono!

E allora va a finire che se fossi Dio,
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io...


lutto

. venerdì 10 aprile 2009
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Miss Kappa

. mercoledì 8 aprile 2009
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Mi rendo conto che per me è facile parlare, distaccato,lontano e non coinvolto...
Provate a leggere le testimonianze di Anna...

Ricostruzione sociale

.
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La ricostruzione fisica della città, perché parliamo
di una città distrutta, indipendentemente dai numeri,
sarà lunga; ma ancora di più lo sarà la ricostruzione
sociale ed umana del tessuto cittadino. Nelle emergenze
ci sono sempre tempi immediati, tempi medi e
lunghi: le socialità non si ricostruiscono in un attimo,
il dolore non si affronta in un momento. Oltre l’intervento
immediato, che è fondamentale, il bisogno è
quello di restituire fiducia e amore alle persone, obiettivo
raggiungibile solo attraverso la partecipazione.
La cittadinanza colpita deve partecipare alla ricostruzione
della città, e lo farà dicendo chiaramente
che la città non può essere costruita con criteri antisismici
a parole, e nei fatti crollare come è successo;
dicendo che nessuna infiltrazione di tipo mafioso può
entrare in alcun modo nella riedificazione dell’Aquila,
come è accaduto da altre parti; dicendo che a ricostruire
la città non possono essere le stesse persone che
hanno costruito la distruzione. Non possono essere gli
stessi. Per rispetto del tanto dolore e dei tanti morti, le
ditte che hanno costruito questi edifici [la costruzione
dell’ospedale crollato risale al 2000] devono andare via
dall’Aquila, non devono più presentarsi; che non presentino
richieste di lavoro all’Aquila, perché altrimenti
diventerebbe realmente assurdo. Questa è una destrutturazione
sociale che è passata anche attraverso
dati concreti e inconfutabili come l’aver ignorato e
accusato chi aveva provato a dare un allarme; l’aver
assistito al crollo di una città «antisismica».
Dopo la tragedia la prima cosa che ci siamo detti è
stata questa: la ricostruzione sociale deve passare
attraverso l’aiuto e la vicinanza, ma soprattutto, la
partecipazione.

di Renato Di Nicola
[Abruzzo Social Forum]

TERREMOTO!

. martedì 7 aprile 2009
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Ho evitato di esprimermi su questo argomento fin'ora ma è difficile.
Ieri sera ho letto e ascoltato un po' di cose e di opinioni.
Travolti dall'onda emotiva è istintivo cercare responsabilità e colpe: tutti vogliamo un colpevole per focalizzare la nostra rabbia e la nostra dolorosa impotenza.
Non voglio essere cinico ma dalle 2 due cose che sono riuscito a capire (non sono un esperto) e da qualche nozione che ho posso dire che la geologia ed ancor più la sismologia non è una scienza esatta, si studiano i fenomeni che avvengono e si cerca di capire il perché e come si sviluppano. Di fatto non potendo ricreare in laboratorio alcuni di questi fenomeni le previsioni di eventi del genere sono qualcosa che non si allontana molto da un "semplice" studio statistico… non voglio sminuire il lavoro dei sismologi TUTTALTRO e spero che gli studi continuino e si intensifichino ulteriormente. Che un sismologo avverta della probabilità di un evento sismico rilevante (il che vuol dire percepibile distintamente visto che la zona è “sismica” e non necessariamente con danni rilevanti) in una zona che si colloca approssimativamente tra Terni, Chieti e Ascoli Piceno entro le prossime 2-4 settimane cosa vuol dire? Cosa si sarebbe dovuto fare? …è chiaro che col “senno di poi” ogni segnale era indice di un disastro in arrivo ma non credo che l’evidenza fosse così eclatante qualche giorno fa… posso ipotizzare negligenza ma non atteggiamenti consapevolmente criminali!
Premetto che non ho le risposte e che questo post è solo per esporre alcuni miei dubbi. Considero un ottimo studioso chi correttamente è arrivato a tale segnalazione ma le amministrazioni cosa avrebbero dovuto fare? Sgombrare tutto l’Abruzzo , la parte meridionale delle Marche e un pezzetto d’Umbria e del Lazio? Per quanto tempo? …e chi lavora, vive e frequenta quelle zone?
Penso che è inutile stracciarsi le vesti ora ma si deve prendere consapevolezza che il nostro è un bellissimo paese ma è vecchio, gli edifici sono vecchi, e tutti i nostri centri storici (dalla Sicilia al Trentino) se colpiti da un sisma come quello crollano e crolleranno pure la prossima volta.
Cerchiamo di non voler per forza trovare un colpevole perché forse un colpevole non esiste e concentriamoci sugli aiuti ora ma senza dimenticare, una volta spenti i riflettori sulla tragedia, possibili intervent/piani per minimizzare i danni e soprattutto i morti…


Io nella mia ignoranza un’idea l’avrei: perché invece del famigerato “piano casa” del governo che porterebbe all’aumento delle cubature e allo smembramento del patrimonio paesaggistico non si defiscalizzano o si incentiva in qualche modo (magari con investimenti privati garantendo un ritorno sugll'indotto del flusso turistico) la messa in sicurezza dei nostri centri storici… non si rilancerebbe comunque l’economia nel settore edile evitando in questo modo la continua cementificazione del territorio (a che scopo poi visto che le compravendite immobiliari sono in stallo) e preservando le bellezze del nostro bellissimo “stivale”?

…perché non si può fare? forse perché verrebbero a mancare i finanziamenti di grossi poteri economici (Banche, Assicurazioni….) che ora spendono sul mattone in attesa del rilancio dell’economia visto che non è il momento di investire nel mercato azionario? In fondo un appartamento tra qualche anno lo vendo forse al doppio di quello che lo pago ora per costruirlo e invece la bonifica del nostro patrimonio architettonico non renderebbe altrettanto?

…non pensiamo che le scelte di politica economica si ripercuotano solo sulle nostre tasche ma che potrebbero avere conseguenze anche estreme sulle nostre vite!!!!
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Prima di concludere un ultimo pensiero:


La casa delle libertà

. lunedì 6 aprile 2009
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SUDAFRICA

. domenica 5 aprile 2009
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...mi è stato chiesto di raccontare qualcosa del mio viaggio 
in Africa...

Il Sudafrica mi ha davvero colpito.. è un paese particolare: estremamente ricco e "occidentale" nelle metropoli e molto "africano" appena fuori dalle città... a dire il vero la differenza non è così netta entrambe le realtà (città e periferia) risentono della vicinanza l'una dell'altra.
Kape Town (di fatto l'unica grossa città visitata) è una città splendida, apparentemente occidentale ma coloratissima e informale come la cultura africana. Le differenze sociali tra bianchi e neri sono ancora evidente ma le lotte di Mandela non sono così distanti e probabilmente per un popolo cresciuto con l'apartheid il processo di reale emancipazione della popolazione di colore richiederà qualche altro decennio sempre che ci sia l'intento politico affinché questa si realizzi.
Fuori dalla città si aprono distese infinite, verdissime e tolte le perfette strisce d'asfalto sulle quali ci spostiamo (l'economia di un paese ricco ha bisogno di spostare merci e prodotti) il resto è Africa: povera, semplice, incontaminata (o quasi), brulicante di persone in cerca di sostentamento ma non per questo prive di sorriso.
Sulla natura ed i paesaggi visti non saprei cosa dire, talmente distante dalla mia quotidianità che sarebbe troppo difficile concentrarsi su una cosa sola... spostarsi in macchina su queste strade è bellissimo, il paesaggio cambia continuamente. Ho guidato per ore ma la testa è stata sempre oltre i finestrini, è stato difficile concentrarsi sulla guida (...a sinistra... sigh...) eppure si deve stare attenti a non investire gazzelle, babbuini e pure tartarughe... altrettanto attenti a non irritare troppo i grossi animali (bufali ed elefanti) per non rischiare di essere "investiti" a propria volta...

E' un viaggio che consiglio e consiglio di farlo "on the road"... per apprezzare la bellezza di questa gente. Probabilmente frenato da strascichi dei nostri pregiudizi mi sono all'inizio avvicinato alla "popolazione povera" con un po' di diffidenza (e di questo mi vergogno) ma in fondo penso che i viaggi servano soprattuto a questo ovvero a superare le barriere che il nostro stile di vita ci costruisce attorno e ad imparare a non "criminaliziare le differenze" anzi ad apprezzarle cpando sulla propria pelle che non rappresentano un pericolo ma una RICCHEZZA!!! 
Chiudo con un consiglio di cuore per chi avrà la fortuna di gironzolare per questo paese: 
non perdetevi questo splendido popolo 
e tutti gli altri con cui avrete
l'occasione di confrontarvi...
Non lasciatevi influenzare e ricordate che
più sono grandi le diversità tra le vostre culture
più il dialogo sarà in grado di arricchirvi!